Andrea Zanini è il regista di «Keep Moving», ecco la scheda del film, che la giuria del festival ha ammesso alla finale 2023. Ecco cosa ha risposto alle nostre domande:
Perché ha deciso di girare questo film?
Il cortometraggio nasce come elaborato video della mia tesi di laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Roma intitolata “il brano non originale all’interno dell’opera filmica”. Così, come la tesi di ricerca, l’elaborato video vuole ricalcare ogni capitolo del testo, incentrato sull’utilizzo di brani musicali preesistenti che vanno a comporre un’intera colonna sonora non originale.
La sfida è stata rendere centrale questo tema, non solo utilizzando il brano come una traccia audio da accompagnamento bensì rendendola protagonista della storia.
Ricalcando le regole di già note competizioni cinematografiche, la storia è stata ideata e scritta in sole 3 ore e le riprese sono state fatte solamente in una giornata (più qualche fegatello la mattina seguente), il tutto senza troupe, utilizzando solo le doti attoriali di due amici fraterni, Alessandro ed Elisabetta.
La centralità dell’opera è il farsi trasportare da quello che si sente in parallelo a quello che si vede, rimanendo comunque un cortometraggio senza mai entrare nella sfera del videoclip.
Su quale tema vuole richiamare di più l’attenzione di chi lo guarda?
I temi affrontati sono molteplici. Sicuramente quello più importante è l’alienazione dalla quotidianità che un evento traumatico può causare, e il conseguente “rifugio” dal mondo esterno che un’attività, o in questo caso, un oggetto, aiuta nei momenti di difficoltà.
Ma anche l’isolamento dai familiari o dalle persone care che vogliono comprendere e assistere la persona in difficoltà ma in alcuni casi queste manifestazioni di aiuto creano un meccanismo inverso.
Che messaggio intende lanciare con questo film al mondo del cinema?
Una rinnovata attenzione e un abile utilizzo del mezzo musicale, originale o non originale che sia.