«Ecate»: la natura si riprende i suoi spazi contro l’uomo che fa di tutto per sottometterla

Federica Crippa è la regista di «Ecate», ecco la scheda del film,  che la giuria del festival ha ammesso alla finale 2023. Ecco cosa ha risposto alle nostre domande:

Perché ha deciso di girare il film «Ecate»?
Ho voluto girare questo corto in montagna, in Val Loana precisamente, e sfruttare i paesaggi montani rendendoli non solo uno sfondo per una storia ma anche veri protagonisti dell’opera. La storia è semplice e perciò ho voluto darle un grande impatto tramite le immagini concentrandomi quindi sul piano regia e sull’utilizzo di campi larghi, in montaggio tenendo certe inquadrature senza per forza staccare sui piani stretti e soprattutto abbiamo lavorato tanto sull’audio, utilizzando suoni particolari ed evocativi che trasmettessero quelle emozioni che provi e che ti fanno sentire piccolo quando sei in un luogo così vasto e immenso.

Su quale tema vuole richiamare di più l’attenzione di chi lo guarda?
Il messaggio che sta dietro all’opera è ecologico. La natura che si riprende i suoi spazi contro l’uomo che fa di tutto per sottometterla è infatti rappresentata da questa dea, Ecate (nell’antica Grecia era la dea che accompagnava le anime nell’aldilà) che vuole proteggere il luogo in cui vive. È importante che ci ricordiamo che la terra vince sempre, ora la stiamo distruggendo e se non facciamo nulla questo porterà anche alla distruzione dell’umanità, solo che alla fine il pianeta troverà un modo per riprendersi, senza di noi.
Che messaggio intende lanciare con questo film al mondo del cinema?
Per il mondo del cinema ho due messaggi: il primo è di dare sempre importanza al luogo in cui viene ambientata la storia, il secondo è che il rispetto per l’ambiente è fondamentale non solo nell’opera ma anche nella sua creazione e realizzazione. Fare film in modo “green” è possibile ed essenziale al giorno d’oggi.
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