«Ch’hai 5»: due storie e due protagoniste chiedono di non frenare la ricerca scientifica

Daniele Falleri è il regista di «Ch’hai 5» (scheda del film) che la giuria del festival ha ammesso alla finale 2023. Ecco cosa ha risposto alle nostre domande:

Perché ha deciso di girare il film «C’hai 5»?
Tutte le storie nascono da un micro o macro evento scatenante che ben presto assume i contorni dell’urgenza di raccontare. Nel caso di C’HAI 5 la scintilla è stata un incontro apparentemente casuale con Alessandra Cantilena, fondatrice di una onlus che da anni incentiva la ricerca sul rene artificiale. Racconti di esistenze che mi hanno scavato dentro. Ho deciso di approfondire addentrandomi in punta di piedi nel mondo della dialisi. Ho raccolto sensazioni, esperienze, gridi di dolore misti ad una prorompente voglia di riprendere in mano la propria vita interrotta. Una volta scritta la sceneggiatura, il progetto è stato abbracciato con slancio da chi lo ha reso concretamente possibile: il produttore Nando Moscariello.

Su quale tema vuole richiamare di più l’attenzione di chi lo guarda?
I temi principali sono due e sono rappresentati dalle storie delle due protagoniste. Una ragazzina, promettente calciatrice, obbligata a sospendere i propri sogni per sottoporsi a dialisi in attesa di un trapianto. E un’appassionata dottoressa che combatte in prima linea alla realizzazione del rene bionico.
Due figure femminili apparentemente distanti le cui vite si intrecciano in modo indissolubile. Ognuna delle due è portatrice di un aspetto su cui il cortometraggio intende accendere i riflettori: l’incubo della dialisi con la successiva rinascita e la forza salvifica della ricerca scientifica troppo spesso rallentata da chi subordina la vita dei pazienti ai conti da far quadrare.

Che messaggio intende lanciare con questo film al mondo del cinema?
Più che un messaggio è una riflessione che rivolgo in primis a me stesso e a chi della passione per il cinema ha fatto la propria professione.
Vi ricordate quel ragazzino visionario che voleva cambiare il mondo? È ancora lì che scalpita dentro di noi. Ascoltiamolo più spesso, ha ragione lui. Il cinema può far ridere e commuovere, ma può anche ribaltare scrivanie, far luce in angoli bui della società, dare voce a chi voce non ha. Una bella idea sbaraglia gli ostacoli, abbatte muri, aggrega intorno a sé energie incredibili. Sì, certo, stiamo pur sempre parlando di un film, e un film è solo una goccia, ma in quella goccia vediamoci il mare.

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