«Dune ferite»: un documento sullo stato delle coste siciliane

Franco Blandi è il regista del film «Dune ferite» che la giuria del festival ha ammesso alla finale 2023. Ecco cosa hanno risposto alle nostre domande:

Perché ha deciso di girare questo Film?
La mia intenzione era quella di documentare lo stato di salute delle coste siciliane con particolare riguardo alle dune costiere, un ambiente che mi ha sempre affascinato. Inizialmente, così come avevo già fatto in altri miei lavori, la mia intenzione era di puntare sulla bellezza di questi ambienti per generare sensibilità e attenzione. Strada facendo, però, tornando in alcuni dei luoghi che mi avevano colpito per la loro armonia e per la loro bellezza, di fronte al degrado, agli scempi, al disinteresse verso il rispetto delle ricchezze ambientali, ho dovuto cambiare prospettiva e così, oltre alla bellezza residua ho documentato anche le ferite che ho trovato lungo i mille chilometri di costa siciliana.

Su quale tema vuole richiamare di più l’attenzione di chi lo guarda?
Spero che lo spettatore possa essere informato, ma soprattutto coinvolto, facendo così aumentare la sua consapevolezza e l’impegno verso il rispetto di ciò che ci circonda. Per ottenere questo risultato ho cercato di coniugare più registri in maniera, spero, armonica: informazione e scienza, emozione e bellezza, solidarietà e impegno.

Che messaggio intende lanciare con questo film al mondo del cinema?
Credo molto nella funzione “utile”, oserei dire pedagogica dell’arte e del cinema in particolare. Per questa ragione il mio film documentario, prodotto in maniera indipendente, vuole parlare alle persone lanciando un messaggio che non è solo di denuncia, ma anche di speranza. Infatti, dopo lo sconforto iniziale di fronte agli effetti nefasti dell’intervento umano, ci siamo imbattuti in un’altra bellezza che, colpevolmente, non avevamo subito colto: la bellezza delle persone, dei tanti volontari che spendono il loro tempo per far crescere la sensibilità e difendere il territorio, degli studiosi che, al di là della loro stessa professione, hanno dedicato la loro vita a diffondere conoscenza e, quindi, consapevolezza. In definitiva, se alcuni uomini sono la causa delle ferite inferte al territorio, altri uomini con generosità e abnegazione, si battono per contrastare questa deriva, aiutati, specie negli ultimi anni, dalla crescente sensibilità di tanti giovani che, invertendo i ruoli, sono diventati educatori degli adulti.

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