«Hope, apertamente»: un film sulle morti bianche attraverso musica, danza e architettura

Carlo Magri è il regista di «Hope, apertamente» che la giuria del festival ha ammesso alla finale 2023. Ecco cosa han risposto alle nostre domande:

Perché ha deciso di girare questo Film?
Il film racconta il tema delle morti bianche attraverso Musica, Danza ed Architettura; crea uno spaziorisonante dove portare la quotidianità del lavoro, uno spazio che al tempo stesso può essere di una qualsiasi periferia del mondo o solo interiore. Uno spazio dove si consumano i giorni delle vittime sul lavoro, quello stesso lavoro che dovrebbe dare dignità alla persona, dare un senso all’esistenza degli esseri umani e invece porta troppo spesso alla morte. Sentivo l’esigenza di creare qualcosa che potesse parlare a tutti in modo simbolico, senza riferimenti a situazioni o fatti di cronaca ma che fosse in grado di scuotere gli animi solo attraverso la musica, le immagini,la danza.

Su quale tema vuole richiamare di più l’attenzione di chi lo guarda?
Sul potere evocativo che solo il cinema è in grado di creare. Cambi repentini di punti di vista, movimenti, sovrapposizioni di tempi differenti, visioni multiple: è questo il cinema che amo e queste sono le sue peculiarità che arrivano dirette al cuore di chi guarda.

Che messaggio intende lanciare con questo film al mondo del cinema?
Mi piacerebbe che arrivasse l’idea che l’Arte, con il suo linguaggio peculiare fatto di musica, forme, colori, movimento, sia in grado di comunicare, raccontare, emozionare anche sfruttando le tecniche cinematografiche e possa essere veicolata anche attraverso il cinema, nei circuiti tradizionali, arrivando a toccare più persone possibili.

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