La Giuria del Festival del Cinema di Cefalù ha assegnato la Lode ai seguenti Registi e ammette in finale i loro film:
- Giulia Galati per il cortometraggio “Rewind”: un’opera evocativa che esplora con grande sensibilità il potere della scrittura e il significato dei messaggi che possiamo lasciare nel mondo.
- Gennaro Iago Esposito per il cortometraggio “Friddo e famme”: un’opera profonda e toccante che econ un linguaggio cinematografico evocativo cattura le sfide e le frustrazioni quotidiane degli artisti, mettendo in luce le umiliazioni e i soprusi che spesso subiscono.
- Alessandro Domenico Cappello per il cortometraggio “Boneless”. un’opera intensa e provocatoria che affronta con grande sensibilità e originalità il tema della disabilità e della determinazione.
- Roberto Scaglione per il cortometraggio “C’era due volte un selfie”, un’opera audace e provocatoria che affronta in modo incisivo il tema del declino della società contemporanea attraverso una rivisitazione creativa degli spaghetti-western.
- Angelo Faraci per il cortometraggio “Separati mai”, un’opera straordinaria che esplora in profondità il complesso rapporto tra uomo, natura e animali, ponendo un particolare focus sul potere terapeutico che questi ultimi possono esercitare sugli esseri umani, specialmente dopo esperienze traumatiche.
- Ludovica Liparoti per il cortometraggio “L’Ideale dell’osterica”, un’opera profonda e toccante che affronta tematiche di grande rilevanza sociale, come il femminicidio, attraverso una narrazione densa di emozioni e di storia.
- Toni Cazzato per il cortometraggio “Nina canta il blues”, un’opera intensa e commovente che affronta con grande sensibilità e autenticità il delicato tema dell’aborto e delle sue implicazioni emotive per una giovane coppia.
- Alberto Pompei per il cortometraggio “Esseri Invisibili“, un’opera audace e profondamente incisiva che affronta con grande sensibilità e coraggio tematiche di attualità come l’emarginazione sociale, la ricerca di identità e le dinamiche relazionali tra adolescenti.
- Davide Orfeo per il cortometraggio “Barlume”, un’opera di straordinaria intensità emotiva che affronta tematiche delicate come la depressione, il dolore e la ricerca di speranza.
- Giuseppe Fedele per il cortometraggio “Dove nessuno vuole andare”, un’opera che si distingue per la sua profondità spirituale e la sua capacità di raccontare una storia di fede e dedizione attraverso una narrazione cinematografica evocativa.
- Mondino Enrico e Waldemara Lentini per il cortometraggio “Traceback”, un’opera attuale e incisiva che affronta con originalità e coraggio il tema della sicurezza digitale e dei pericoli legati all’uso indiscriminato dei social media.
- Marco Ferrara per il cortometraggio “The Winner”, un’opera intensa e profonda che affronta tematiche di grande rilevanza sociale come la perdita, la depressione e il riscatto personale.
- Marco Cannilla per il cortometraggio “Eco”, un’opera di grande impatto e rilevanza sociale che affronta con audacia e sensibilità il complesso tema del femminicidio.
- Elena Carloni per il film “Fuori servizio”, un’opera potente e toccante che affronta con coraggio e profondità i temi del rapporto padre figlia, della morte, la malattia, dello sport.
- Marco Rota per il film “Ritorno alla vita”, un’opera audace e profonda che affronta con grande sensibilità il tema del bullismo e delle sue conseguenze devastanti sulla vita dei giovani.
- Matteo Galante per il film “Ascoltami”, un’opera che affronta con coraggio e sensibilità il delicato tema del bullismo, offrendo al contempo un messaggio di inclusione e empowerment.
- Dario Pastorino per il film “Dolce Tempesta”, un cortometraggio che tocca con delicatezza e profondità temi di grande rilevanza sociale e affettiva.
- Giuseppe Palmeri per il film “Io rimango qui”, un’opera evocativa che celebra l’amicizia, la crescita e il legame indissolubile tra quattro amici in un contesto storico e culturale ricco di significato.
- Andrea Lombardo per il cortometraggio “Transitus”, un’opera profonda e intensa che esplora l’importanza degli incontri significativi e delle trasformazioni personali.
- All’Istituto Comprensivo San Francesco di Paola di Messina per il cortometraggio “Remake”, un’opera che celebra la magia del cinema e l’importanza della memoria culturale.
- Danilo Rovani per il cortometraggio “Piccola mia”, un’opera delicata e profonda che esplora il tema della cura e dell’amore attraverso la vita quotidiana di Maurizio.
- Filippo Susinno per il cortometraggio “7 secondi”, un’opera intensa e profonda che affronta le complessità della libertà e della redenzione.
- Lorenzo Muscoso per il docufilm “Io e Paolo”, un’opera potente e toccante che offre un ritratto inedito della famiglia Borsellino attraverso la voce di Salvatore, il fratello del magistrato Paolo Borsellino, tragicamente ucciso dalla mafia nel 1992.
- Giulia Morlacchi per il cortometraggio di animazione “Gus e il corvo”. Questa opera si distingue per la sua delicata esplorazione dei temi dell’amicizia, della sensibilità e della connessione tra esseri diversi, il tutto ambientato in un paesaggio onirico che affascina e incanta.
- Riccardo Cannella nel Cortometraggio “Notti d’estate”. Un’opera che si distingue per la sua profondità emotiva e la sua poetica visione cinematografica.
- Fabio Schifilliti per il suo cortometraggio Omayma, un’opera straordinaria che riesce a raccontare, con grande sensibilità e profondità, la storia di una donna intrappolata tra i ricordi di una vita passata e la dura realtà presente.
- Antonio Bellia, Direttore del Documentario “Nel nome del silenzio”. Con grande coraggio e maestria narrativa, Bellia esplora uno dei temi più complessi e delicati della storia italiana: il rapporto tra mafia e Chiesa dal dopoguerra a oggi.
- Massimo Gasole, Direttore del Documentario “Dalla parte del mare”. Attraverso un viaggio avvolgente lungo le coste della Sardegna, Massimo Gasole offre uno sguardo poetico e profondo sul paesaggio costiero, intrecciando la conoscenza accademica con l’esperienza di vita vissuta.
- Francesco Guardascione, Direttore del Documentario “Pret’a mamare”. Una straordinaria opera di ricostruzione storica e umana che riporta alla luce la vicenda del Rione Terra di Pozzuoli, un quartiere segnato dal bradisismo del 1970 e dai successivi interventi di restauro e ammodernamento.
- Alessandro Sarti, Direttore del Film “Che bella storia la vita”. Con delicatezza e umorismo, racconta la straordinaria bellezza che si nasconde nella quotidianità, rivelando l’umanità dietro ogni gesto e ogni parola.
- Yari Gugliucci, Direttore del Film “Grazie Lina”. Celebra con affetto e ammirazione il genio di Lina Wertmüller, una delle figure più straordinarie della storia del cinema italiano e internazionale.
- Marco Gorini, Direttore del Cortometraggio “La dieta della crusca”. Un’opera brillante e riflessiva che affronta con intelligenza e ironia il tema dell’uso degli anglicismi nella lingua italiana.
- Giusy Cafari Panico e Corrado Calda per il documentario “Il maratoneta operaio”. Attraverso una narrazione avvincente e una regia attenta, i registi riescono a trasmettere non solo la determinazione e la resilienza di Enzo Boiardi, che nel 1971 ha stabilito un record epocale correndo una maratona per 24 ore consecutive, ma anche il contesto sociale e culturale di un’epoca in cui il lavoro e la passione per lo sport si intrecciavano in modi inaspettati.
- Francesco La Barbera, regista del cortometraggio “A piccoli passi”, per la sua capacità di raccontare in soli 5 minuti una storia profonda e intensa, capace di suscitare emozioni forti e riflessioni importanti.
- Angelo Bonanno per il cortometraggio “Qualcun altro”, un’opera che esplora con grande maestria il confine labile tra realtà e percezione. Bonanno riesce a catturare l’attenzione dello spettatore, trasportandolo nell’intenso viaggio emotivo di un uomo sull’orlo della follia, i cui stati d’animo sono splendidamente rappresentati attraverso una regia attenta e suggestiva.
- Fabiana Antonioli e Andrea D’Arrigo per il loro toccante documentario “Il respiro di Sarajevo”. Questa opera cinematografica, che narra la straordinaria storia di Sanja e Zoran, riesce a catturare l’essenza del coraggio e della resilienza umana di fronte all’orrore della guerra.
- Claudia Verroca per il cortometraggio “Mia sorella è figlia unica”. Questa opera di 12 minuti si distingue per la sua profonda sensibilità e la capacità di esplorare il complesso legame tra due sorelle in un contesto evocativo e ricco di nostalgia.
- Franca Maria Impallari per il docufilm “Amare nell’onda del risveglio – Perché siamo qui?“. Questo lavoro cinmatografico si configura come una sinfonia per l’anima, offrendo una profonda e articolata riflessione sull’esistenza umana e sul suo significato attraverso una lente bio-psico-spirituale.
- Alessandro Alicata per il cortometraggio “Gli spari di mezzanotte”. Questa opera si distingue per la sua narrazione audace e profonda, che affronta tematiche complesse come l’identità, il lutto e il dolore attraverso una prospettiva originale e coinvolgente.