Al corto “Il Muro” della regista Linda Fratini è assegnata l’Honorable Mention dalla Giuria del festival del Cinema di Cefalù con la seguente motivazione: «Affronta con sensibilità e profondità un tema di grande attualità: l’inclusione e l’importanza di abbattere le barriere che separano le persone, siano esse fisiche o mentali. In soli 8 minuti, il cortometraggio riesce a costruire una metafora potente e universale che va oltre le mura di una scuola, toccando il cuore del concetto di integrazione e umanità. La figura del dirigente scolastico, inizialmente fredda e ostile verso la diversità, evolve in un personaggio che rappresenta un viaggio verso la comprensione e l’accettazione. La costruzione del muro, che simboleggia la paura del diverso e la volontà di creare divisioni, si sgretola di fronte all’evidenza che solo la collaborazione e l’integrazione di tutte le persone, indipendentemente dal colore, possono portare al benessere comune. Il cortometraggio colpisce per la sua semplicità narrativa, che non scivola mai nel didascalico, ma che attraverso la metafora visiva del muro e l’interazione tra i bambini riesce a trasmettere un messaggio universale di solidarietà e unità. La scuola, microcosmo della società, diventa il luogo simbolico dove i pregiudizi vengono sfidati e infine sconfitti, grazie alla spontaneità e alla purezza dello spirito infantile. La regia riesce a coniugare un’estetica delicata con un ritmo incalzante, rendendo tangibile l’assurdità della divisione e la bellezza della diversità. I colori, utilizzati con grande maestria, diventano essi stessi protagonisti, non solo come espressione delle diversità etniche, ma come metafora di una ricchezza umana che si manifesta solo nella sua pienezza attraverso l’incontro e lo scambio reciproco. Per la capacità di affrontare un tema complesso con leggerezza e immediatezza, e per averci ricordato che il vero progresso si costruisce abbattendo i muri, non erigendoli, “Il muro” merita la Lode della Giuria del Festival del Cinema di Cefalù. Un corto che, con il suo messaggio profondo e universale, parla non solo agli adulti, ma anche alle generazioni future, insegnando il valore dell’inclusione e della convivenza pacifica».
Linda Fratini è sceneggiatrice e regista. Nel 2004 si laurea al Dams, presso l’Università degli Studi di Bologna. Dopo la laurea si dedica al giornalismo cinematografico, scrivendo per alcune riviste sia cartacee che on-line e collabora come ricercatrice alla realizzazione di progetti educational. Realizza, successivamente, alcuni documentari come assistente alla regia per Roma Sat. Collabora, in seguito, alla realizzazione di fiction di successo, in onda in prime time su reti Mediaset, come Editor Televisivo. Dal 2014 si dedica alla regia, realizzando opere cinematografiche distribuite in festival nazionali e internazionali. È stata selezionata per i premi Globo D’oro nel 2017 e nel 2022, partecipando alla Rassegna “I migliori corti del Globo D’oro”. Nel 2023 rientra nella selezione ufficiale di Filmets-Badalona Film Festival, un festival di qualificazione ai premi Goya. Nel 2024 riceve una nomination, Best Kids Movie, al Toronto International Nollywood Film Festval, un festival di qualificazione ai Canadian Screen Awards. Sempre nel 2024 due dei suoi cortometraggi rientrano nella selezione ufficiale di Giffoni School Experience. Ad oggi i suoi lavori hanno partecipato a più di 200 festival, nazionali e internazionali, aggiudicandosi quasi 50 premi. Attualmente è impegnata nella fase di sviluppo del suo primo film di finzione, progetto vincitore per lo sviluppo sceneggiatura del bando dei Contributi Selettivi del Ministero dei Beni Culturali, sezione Cinema. Ecco come ha risposto la regista alle nostre domande:
Perché ha deciso di girare questo Film? Questo cortometraggio, come i miei precedenti lavori, mi ha permesso di esprimendomi attraverso l’immagine, per qualsiasi tematica che scelgo di trattare cerco di mantenere il tema rappresentando qualcosa di non reale che, in fondo, per me – è più reale della realtà stessa. Percepisco la costruzione di un film – ma anche il film stesso – come un viaggio, un’esplorazione verso terre lontane e sconosciute.
Su quale tema vuole richiamare di più l’attenzione di chi lo guarda? IL MURO tratta la tematica dell’integrazione vista con gli occhi innocenti dei bambini, il film è liberamente ispirato al libro omonimo per bambini scritto da Carolina Zanotti e Giancarlo Macrì.
Che messaggio intende lanciare con queso film al mondo del cinema? Non mi sento un profeta che vuole dare messaggi e non voglio nemmeno fare il “falso” profeta, più che lasciare messaggi percepisco il mio lavoro come “ascolto”, e quando dico ascolto intendo tutto ciò che concerne la ricerca su quell’argomento per poi poterlo raccontare per immagini.