Al corto “Controllo” del regista Nicola Landi è assegnata l’Honorable Mention dalla Giuria del festival del Cinema di Cefalù con la seguente motivazione: «E’ un’opera intensa e profondamente introspettiva, capace di esplorare con delicatezza ma senza edulcorazioni le complessità della mente umana, in particolare quella di chi è affetto da disturbi psichiatrici. Il protagonista, intrappolato in una vita solitaria e in una routine forzata nel garage che ha ereditato, diventa simbolo di una condizione esistenziale in bilico tra il desiderio di trovare pace e l’incapacità di gestire le emozioni più oscure e incontrollabili. Il cortometraggio riesce a creare una tensione palpabile, dove il silenzio, gli spazi angusti e la ripetitività dei gesti quotidiani sono utilizzati come strumenti per descrivere l’isolamento del giovane. L’incontro con l’inquilino, la cui presenza sembra voler incrinare il fragile equilibrio del protagonista, diventa il catalizzatore di una lotta interiore sempre più intensa, culminando in un confronto che non è solo fisico, ma soprattutto emotivo e psicologico.
La regia è misurata e precisa, capace di creare atmosfere claustrofobiche che rispecchiano lo stato mentale del protagonista, mentre la sceneggiatura, minimalista e potente, riesce a tenere lo spettatore sospeso tra l’empatia e l’inquietudine. Il protagonista offre una performance magistrale, incarnando con straordinaria profondità il conflitto tra il desiderio di controllo e la forza distruttiva della propria rabbia. “Controllo” è un’opera che invita alla riflessione sui limiti della mente umana, sulle difficoltà di chi è lasciato solo a combattere le proprie battaglie interiori e sulla fragilità dei rapporti umani. Per la sua capacità di trattare tematiche complesse con un linguaggio cinematografico sobrio ma efficace, e per la straordinaria interpretazione del suo cast, il cortometraggio merita il riconoscimento di Lode».
Nicola Landi nasce a Bologna nell’agosto del 2001. Dopo il diploma presso il liceo Luigi Galvani a indirizzo scientifico-internazionale, decide di prendersi una pausa dagli studi e diventa membro dello staff di ASVO Buena Vista, in Costa Rica. Dopo oltre sette mesi di lavoro nel progetto per la salvaguardia delle tartarughe marine, Nicola lascia il Paese per raggiungere gli Stati Uniti. È durante questa parentesi lavorativa che scopre dell’esistenza di un iter accademico per entrare nel mondo del cinema. Una volta tornato in Italia si iscrive alla triennale di Lingue dell’Università di Bologna e parallelamente, con le idee chiare sul percorso da intraprendere, inizia a girare vari cortometraggi indipendenti. Attualmente al terzo anno di Università, Nicola ambisce ad entrare in una prestigiosa accademia di cinema, rivolgendo la propria attenzione verso Roma e gli Stati Uniti, con la speranza di poter iniziare presto una carriera come regista. Ecco come ha risposto la regista alle nostre domande:
Perché ha deciso di girare questo Film? Volevo mettermi alla prova facendo risaltare al massimo i mezzi che avevo a disposizione. Per i luoghi e le vicende ho preso ispirazione da ciò che mi circondava ed alla fine è nato un prodotto indubbiamente non perfetto, ma che riesce a dimostrare che anche con poco è possibile creare qualcosa di interessante.
Su quale tema vuole richiamare di più l’attenzione di chi lo guarda? Ciò che volevo fare emergere è che il vero nemico in “Controllo” è l’indifferenza. In una società individualista e priva di ogni tipo di senso di comunità e di empatia, i soggetti fragili sono spesso abbandonati a loro stessi e la solitudine può diventare un peso insostenibile.
Che messaggio intende lanciare con questo film al mondo del cinema? Sono ancora molto distante dai miei obiettivi e non sento di possedere i mezzi per potermi rivolgere ad un così imponente interlocutore ma ciò che posso dire è che essere stato selezionato per questo festival è un grande incentivo per me, che mi motiva a continuare a creare e migliorarmi. Considero “Controllo” un primo passo verso produzioni di più ampia scala e spero in futuro di poterlo ricordare come il primo successo di una grande carriera.