Al corto “Natura viva, natura morta” del regista Ludovico Desideri è assegnata l’Honorable Mention dalla Giuria del festival del Cinema di Cefalù con la seguente motivazione: «E’ un omaggio visivo e sensoriale alla cultura e alle tradizioni di Poggio Moiano, dove la bellezza fugace dell’infiorata diventa simbolo della ciclicità della vita. In soli 8 minuti, il cortometraggio cattura con delicatezza e maestria la sinergia tra uomo e natura, in un rito collettivo che celebra la rinascita vegetale e il profondo legame tra il sacro e l’umano. La regia trasporta lo spettatore nel cuore pulsante del paese, tra profumi, suoni e colori, che si fondono armoniosamente nei mosaici floreali che adornano le strade. L’abilità del cortometraggio risiede nell’aver saputo trasformare un’arte effimera, destinata a scomparire in poche ore, in un atto immortale di bellezza, capace di evocare emozioni profonde e di far riflettere sulla fragilità e transitorietà dell’esistenza. Il contrasto tra la “natura viva”, rappresentata dai fiori freschi, e la “natura morta”, intesa come l’impermanenza dell’opera artistica e della vita stessa, viene esplorato in modo poetico. La comunità di Poggio Moiano, con i suoi gesti semplici ma ricchi di significato, diventa protagonista di una celebrazione che trascende il tempo e lo spazio, portando lo spettatore a riflettere sulla natura del nostro essere nel mondo. La fotografia, con le sue inquadrature ravvicinate dei petali e dei volti dei partecipanti, è uno dei punti di forza di “Natura viva, natura morta”, capace di rendere tangibile l’intensità e la passione che animano questa tradizione. Ogni singolo fiore, ogni mosaico, diventa un microcosmo che racconta una storia di comunità, di memoria e di rigenerazione. Per la sua capacità di raccontare una tradizione antica con un linguaggio cinematografico elegante e profondamente evocativo, “Natura viva, natura morta” merita la Lode della Giuria del Festival del Cinema di Cefalù. Un’opera che eleva l’arte effimera a simbolo universale, invitando lo spettatore a immergersi in un’esperienza sensoriale unica e a riflettere sulla connessione tra natura e cultura».
Nato a Rieti nel 1993, Ludovico Desideri ha conseguito una laurea in Antropologia culturale ed etnologia presso l’Università degli studi di Torino. Proprio in questo periodo ha approfondito il suo interesse per il cinema e per l’antropologia visiva e frequentato il laboratorio video-etnografico dell’Università. Questo è il suo primo lavoro da regista. Ecco come ha risposto la regista alle nostre domande:
Perché ha deciso di girare questo Film? Ho realizzato questo film perché l’infiorata è una tradizione che ho sempre vissuto profondamente, sin da bambino. Nei giorni di festa vedevo il paese rivestirsi di colori, suoni e profumi e rimanevo affascinato dall’attenzione con cui gli infioratori, chini sulla strada, disponevano con cura ogni petalo. Sembrava quasi che il paese fosse avvolto da una strana magia, e io mi sentivo trasportato altrove, forse in un sogno. Ho cercato di restituire questa atmosfera attraverso il linguaggio cinematografico.
Su quale tema vuole richiamare di più l’attenzione di chi lo guarda? Il mio intento è quello di trasportare lo spettatore all’interno della forza ritmica e poetica dell’infiorata, un’arte meravigliosa che si esprime attraverso la bellezza caduca e fugace dei fiori. Una celebrazione in grado di evocare con efficacia il viaggio umano, dal suo fiorire nella fanciullezza fino al suo rapido appassire nella vecchiaia.
Che messaggio intende lanciare con questo film al mondo del cinema? L’importanza di raccontare la vita e la cultura dei piccoli centri, spesso non adeguatamente valorizzata. In questo senso, le tradizioni rappresentano un osservatorio privilegiato per accedere alla cultura di un luogo, perché rappresentano un patrimonio di vissuti, emozioni, saperi che racchiude la storia unica e irripetibile di una comunità.