Ad “Haiti” la lode della giuria perchè condensa una storia profonda in soli 90 secondi

Al corto “Haiti” del regista Matteo Schiatti è assegnata l’Honorable Mention dalla Giuria del festival del Cinema di Cefalù con la seguente motivazione: «Sorprende per la sua capacità di condensare una storia surreale e profonda in soli 90 secondi. In uno scenario di apparente tranquillità, un uomo pesca misteriosamente all’interno della propria casa, mentre la radio trasmette notizie che dovrebbero scuotere chiunque ascolti. Eppure, questo uomo rimane impassibile, distaccato dal mondo esterno, in un atto simbolico che ci spinge a riflettere sull’indifferenza verso eventi di portata globale. La notizia di una scoperta “gigantesca” sull’isola di Haiti, annunciata dalla radio, è accolta con apatia dal protagonista, quasi come se la sua quotidianità fosse impenetrabile. Questa contrapposizione tra l’ordinario e lo straordinario amplifica il messaggio del corto: la distanza emotiva tra l’individuo e ciò che accade lontano da lui. Il regista crea un’atmosfera di sospensione e assurdo, dove l’atto stesso di pescare pesci in casa – da una fonte invisibile – diventa una metafora potente dell’isolamento e della chiusura verso l’esterno. La musica che accompagna la scena, interrotta solo dal racconto di ciò che accade altrove, sottolinea ulteriormente il senso di alienazione e ci costringe a chiederci cosa, davvero, ci colpisce e cosa scegliamo di ignorare. Per la sua originalità, per la maestria con cui trasmette un messaggio complesso attraverso una narrazione così breve e per il suo invito a riflettere sulle nostre priorità e disconnessioni emotive, “Haiti” merita la Lode della Giuria del Festival del Cinema di Cefalù. Un’opera che, con la sua semplicità surreale, colpisce e lascia il segno».

Matteo Schiatti, sono nato nel 2001 e ho frequentato il liceo Artistico dove ho iniziato ad appassionarmi alla fotografia, dopodiché ho scoperto che le immagini si potevano anche muovere se messe in sequenza e ho iniziato a sperimentare utilizzando pellicole e ritagli di film. Approccio il mondo del cinema nelle accademie milanesi partecipando a diversi set e imparando come far prendere vita a un idea e metterla sullo schermo. parallelamente porto avanti un discorso artistico di contaminazioni, non creo barriere quando produco qualcosa mescolo tutto ciò che può compiacere l’occhio e divertire lo spettatore. Ultimamente inizio a muovere i primi passi sul palcoscenico delle sperimentazioni teatrali. Ecco come ha risposto la regista alle nostre domande:

Perché ha deciso di girare questo Film? Era inverno e volevo andare al mare, vivendo a Milano non è una cosa semplice soprattutto d’inverno, così ho pensato di portare il mare in casa.

Su quale tema vuole richiamare di più l’attenzione di chi lo guarda? Il tema principale è il mondo onirico e la potenza evocativa delle immagini che possono trasportare un intero oceano all’interno di una casa.

Che messaggio intende lanciare con questo film al mondo del cinema? Non servono grossi budget per fare qualcosa che rimanga nei cuori degli spettatori e che li possa far divertire, siamo costantemente accerchiati da macchinari che costano un occhio della testa e fogli che ci incasellano nel tempo. Con questo film voglio ribadire una delle verità artistiche del nostro tempo: “Less is More”