A “Il silenzio uccide” la lode della giuria perchè affronta il tema della violenza domestica e dlla complicità del silenzio

Al corto “Il silenzio uccide” della regista Irene Magnani è assegnata l’Honorable Mention dalla Giuria del festival del Cinema di Cefalù con la seguente motivazione: «Affronta con coraggio e delicatezza un tema drammaticamente attuale: la violenza domestica e la complicità del silenzio. In soli 167 secondi, il corto riesce a scuotere profondamente lo spettatore, ponendo l’accento su quella complicità involontaria, spesso diffusa, che perpetua la violenza attraverso la minimizzazione e l’omissione. La forza narrativa di questo cortometraggio risiede nella sua capacità di mostrare il passaggio dalla rassegnazione alla consapevolezza, attraverso il dialogo tra due generazioni di donne: la zia e la nipote. Il momento in cui la nipote prende coscienza della necessità di reagire e denunciare il suo carnefice è il punto di svolta che dà alla storia un messaggio di speranza e cambiamento. Il corto non solo denuncia l’invisibilità delle vittime, ma evidenzia anche come, spesso, chi è stato vittima di violenza tende a perpetuare lo stesso silenzio. È un monito potente, che invita a spezzare questo ciclo con coraggio. Il finale, in cui la zia solleva la manica della giacca e osserva i suoi lividi, racchiude una riflessione devastante: anche chi invita a tacere, chi minimizza, è prigioniero dello stesso orrore. “Il silenzio uccide” ci ricorda che la vera lotta contro la violenza inizia con la parola, con il denunciare, con il non voltarsi dall’altra parte. Per la sua straordinaria capacità di trasmettere in pochi istanti un messaggio così potente e universale, per il delicato equilibrio tra tensione emotiva e riscatto morale, “Il silenzio uccide” si merita la Lode della Giuria del Festival del Cinema di Cefalù. Una storia breve, ma destinata a lasciare un impatto profondo».

Irene Magnani nasce a Sassuolo (MO), nel 1971, da sempre appassionata di cinema ha lavorato per anni dietro le quinte nelle sale cinematografiche, con ruoli amministrativi, ma è lì che coltiva la passione per il grande cinema! Frequenta un Master in storytelling, due  corsi di sceneggiatura. Ha iniziato a Scrivere e a Dirigere le sue opere dal 2018, vincendo con la sua opera prima “Testimoni silenziosi” un Festival di settore. Ha all’attivo cinque cortometraggi, tutti premiati e tre sceneggiature per lungometraggio, ottenendo circa una settantina di Premi e riconoscimenti ufficiali. Ecco come ha risposto la regista alle nostre domande:

Perché ha deciso di girare questo Film? Ho deciso di girare questo film perché da donna Autrice e Regista ho sentito dentro di me il dovere di mettere la mia sensibilità e la mia arte a disposizione della società,  per lanciare e lasciare un messaggio di consapevolezza, soprattutto dedicandolo alle nuove generazioni.

Su quale tema vuole richiamare di più l’attenzione di chi lo guarda? Il tema su cui vorrei attirare l’attenzione è sullo scontro/confronto generazionale, tra la vecchia e la nuova generazione di vittime; tra chi oramai è rassegnato a convivere nella paura e chi invece trova la forza in sé di scardinare questo perverso meccanismo che paralizza e non permette di cambiare le cose.

Che messaggio intende lanciare con questo film al mondo del cinema? Il mio messaggio al mondo del cinema è  che con la mia opera io possa trasmettere attraverso questa meravigliosa e potentissima forma d’arte la possibilità di poter  aiutare più donne possibili ad avere una propria profonda presa di coscienza e  che possa donare loro la consapevolezza che il dialogo e la parola sono strumenti che possono veramente cambiare il proprio  destino!