Al corto “Rugiada Rossa” della regista Claudia Guccione è assegnata l’Honorable Mention dalla Giuria del festival del Cinema di Cefalù con la seguente motivazione: «per la sua profonda e poetica esplorazione del tema della bellezza e della vulnerabilità. Attraverso la storia di Lucia, una giovane ragazza alla ricerca di un ideale di perfezione, il film invita a riflettere su come il dolore e le esperienze personali possano trasformarsi in una forma autentica di espressione. In soli cinque minuti, “Rugiada Rossa” riesce a trasmettere una gamma intensa di emozioni, grazie a una regia delicata e a una cinematografia evocativa che cattura l’essenza del viaggio interiore della protagonista. La scelta di far emergere il trucco del dolore come strumento di bellezza offre una visione originale e commovente, sfidando le convenzioni tradizionali legate all’estetica. Le performance degli attori sono incisive e contribuiscono a rendere il messaggio del film ancora più potente, sottolineando la bellezza che può scaturire dall’accettazione di sé e delle proprie esperienze. La Giuria riconosce quindi l’abilità del regista nel creare un’opera che, pur nella sua brevità, riesce a toccare profondamente il cuore e la mente dello spettatore, rendendo “Rugiada Rossa” un corto memorabile e significativo.».
Claudia Guccione, 29 anni, cresciuta a Canicattì, in provincia di Agrigento, si è laureata in Ingegneria del Cinema e dei Mezzi di Comunicazione presso il Politecnico di Torino e diplomata, successivamente, in Regia Cinematografica presso l’Accademia del Cinema Renoir a Roma. Durante il percorso universitario ha partecipato alla realizzazione di diverse opere audiovisive e mediali in qualità soggettista, sceneggiatrice, produttrice e concept artist. Tra questi, un progetto transmediale per la divulgazione di contenuti che studiano il legame tra internet e la società e un cortometraggio di genere horror che tratta il tema del possesso e della violenza domestica. Nel corso dell’anno accademico a Roma, ha co-diretto un corto documentario sui disturbi dell’immagine corporea in relazione ai traumi infantili. Legata alle tematiche psicologiche e al genere drammatico, presenta Rugiada Rossa, un racconto intimo su l’esasperata ricerca di perfezione che porta all’autodistruzione.
Perché ha deciso di girare questo Film? Ho deciso di girare questo cortometraggio per condividere un sentimento, qualcosa di intimo e personale che mi permettesse di creare un legame, seppur platonico, con lo spettatore affinché quest’ultimo possa sentirsi compreso e non più solo e io allo stesso modo.
Su quale tema vuole richiamare di più l’attenzione di chi lo guarda? Ciò che vorrei emergesse guardando Rugiada Rossa è il rapporto contorto che si crea tra la ricerca della perfezione e il dolore. Siamo alla rincorsa di un ideale di perfezione che, per definizione, è “mitizzato” e, pertanto, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo mai a raggiungerlo. Molto spesso ci spingiamo oltre i limiti dell’umano, ci disumanizziamo, ci facciamo male e ci ridisegniamo attraverso quel dolore che diventa espressione di noi stessi, l’unica che siamo in grado di accettare.
Che messaggio intende lanciare con questo film al mondo del cinema? Non so, penso di voler dire che c’è una profonda esigenza di sviscerare e condividere le esperienze di cui non siamo in grado di parlare. Nel cinema puoi dire qualunque cosa pur non usando alcuna parola, e chiunque può sentirla. Per questo abbiamo bisogno di più spazio.