Al film “A Piedi Nudi” del regista Luca Esposito è assegnata l’Honorable Mention dalla Giuria del festival del Cinema di Cefalù con la seguente motivazione: «per la sua toccante e sincera rappresentazione delle sfide legate alla povertà e alla disuguaglianza di classe. Attraverso la storia di un ragazzo semplice in cerca di un futuro migliore, il film riesce a catturare l’essenza della lotta quotidiana per la dignità e la speranza in un contesto socio-economico difficile. In soli sedici minuti, “A piedi nudi” riesce a evocare un ampio spettro di emozioni, grazie a una narrazione incisiva e a una regia sensibile che mette in risalto i dettagli della vita del protagonista. La cinematografia, insieme a una colonna sonora evocativa, amplifica l’impatto emotivo del racconto, immergendo lo spettatore nelle esperienze e nei sogni di un giovane che affronta ostacoli apparentemente insormontabili. Le performance degli attori sono autentiche e credibili, conferendo alla storia una profondità e una verità che risuonano con il pubblico. La Giuria riconosce l’importanza di opere come “A piedi nudi”, che non solo raccontano una storia personale, ma pongono anche l’accento su questioni sociali urgenti, invitando alla riflessione e alla sensibilizzazione riguardo alle ingiustizie che affliggono la società. In questo senso, il cortometraggio emerge come un potente strumento di cambiamento e consapevolezza».
Luca Esposito nasce a Napoli nel 1995, dopo la laurea al DAMS all’Università di Torino inizia a lavorare nel mondo del cinema, prima come assistente segretario di produzione e poi come assistente alla regia. Dal 2016 ad oggi è anche videomaker e regista di cortometraggi, il suo secondo cortometraggio “Paper boat” ha vinto diversi premi tra i festival italiani, “Homeless” è stato realizzato negli Stati Uniti, a Philadelphia, ed ha avuto recensioni positive dalla critica. Mentre il suo ultimo lavoro, pluripremiato nei festival italiani, “A piedi nudi”, dimostra una maggiore maturità del giovane regista nell’utilizzo della macchina da presa e nella direzione degli attori in un film decisamente più complesso rispetto ai precedenti. Ecco come ha risposto alle nostre domande:
Perché ha deciso di girare questo Film? Il film nasce da un desiderio di raccontare la storia vera di un ragazzino rimasto incastrato in un cassonetto dei vestiti usati, il suo nome è Karim ed oggi purtroppo non è più qui. La notizia mi sconvolse, cercando di capire come sia potuto succedere una cosa del genere ho cominciato ad informarmi, le varie informazioni mi hanno portato ad elaborare una trama. Il ragazzino a cui pensavo mi è sembrato subito affine ai scugnizzi napoletani che si trovano al Castel dell’Ovo e così ho immaginato tutto ambientato nella mia città, Napoli.
Su quale tema vuole richiamare di più l’attenzione di chi lo guarda? Sicuramente quel che vorrei che si percepisse dal corto è un attenzione maggiore ai temi riguardo la povertà e la disuguaglianza di classe. Un ragazzino seppur nato e cresciuto in un contesto difficile merita di avere un finale migliore, merita di sognare di mangiare un gelato con una ragazzina piuttosto che lavorare illegalmente con il padre o di frequentare brutte amicizie con il fratello
Che messaggio intende lanciare con questo film al mondo del cinema? Al mondo del cinema spero di aver contribuito donando una storia drammatica e sensibile. Spero, nel mio piccolo, di aver dato onore a quel piccolo ragazzino che purtroppo nella vita reale non ce l’ha fatta, sperando in un futuro in cui non sentiremo più notizie del genere.